F.A.Q Le risposte alle domande più frequenti poste dai lettori. Per iniziare ad usare subito il tuo nuovo sistema operativo Come si installa il software contenuto nel CD/DVD La maggior parte dei pacchetti software sono distribuiti sotto forma di archivi compressi in formato tar.gz o tar.bz2, raramente in formato binario. Per prima cosa e' necessario decomprimere i file utilizzando i comandi #tar -xvzf nome_file.tar.gz e #tar -xvjf nom_file.tar.bz2 a seconda del formato di compressione utilizzato. A questo punto è necessario spostarsi nella nuova directory, creata con la decompressione del pacchetto, ed eseguire i comandi seguenti: #cd nuova_directory #./configure #make #su (password di root, Invio) #make install Nella maggior parte dei casi il programma verra' installato nella directory /usr/local e verra' creato l'eseguibile nella directory /usr/local/bin. Per eseguire l'applicazione basta scrivere il nome dell'eseguibile nella console e premere Invio. Spesso il comando configure restituisce messaggi di errore, il che significa che mancano software o librerie ausiliari (le cosiddette dipendenze). Se questo accade leggete attentamente le ultime righe dell'output e installate prima i pacchetti mancanti indicati e ripetete la procedura fino a quando il processo di configurazione non termina senza presentare errori. Come si installa un pacchetto RPM? Non sempre i pacchetti che utilizzano questo formato sono disponibili tra le repository della distribuzione o nei CD di installazione quindi, in alcuni casi, e' necessario installarli manualmente. E' possibile farlo sia con strumenti grafici come KPackage, sia da riga di comando utilizzando il comando rpm (RedHat Packge Manager). Supponiamo di disporre del pacchetto package.rpm, vediamo come installarlo e cosa possiamo fare con esso. Il comando per installarlo e' #rpm -i package.rpm. Con #rpm -ivh package.rpm non solo installiamo il software, ma visualizziamo anche informazioni su di esso e una sorta di barra di progressione. E' possibile anche forzare l'installazione del software senza verificare eventuali dipendenze, basta usare il comando seguente: #rpm -i --nodeps package.rpm Se e' solo necessario aggiornare il programma il comando diventa #rpm -Uvh package.rpm oppure rpm -F package.rpm Disinstallare un pacchetto e' altrettanto semplice: e' sufficiente eseguire il comando #rpm -e nome_pacchetto A differenza di quanto fatto prima, per la disinstallazione non e' necessario specificare il nome dell'archivio RPM ma solo il nome del programma E' anche possibile verificare se un pacchetto e' installato o meno utilizzando il comando #rpm -V nome_pacchetto Infine, ricordiamo il comando #rpm -qa che serve per visualizzare l'elenco di tutti i pacchetti installati nel sistema. Come si installa un pacchetto DEB? Dando per scontato che tutti sappiano usare tool grafici come Synaptic o Adept, e' bene sapere che sono disponibili anche strumenti a riga di comando per installare pacchetti software con estensione .deb. Tra questi i piu' importanti sono apt-get e dpkg Il primo, piu' evoluto, puo' essere usato come sostituto dei package manager grafici, mentre il secondo opera a livello piu' basso ed e' indicato anche per l'installazione di pacchetti singoli. Supponiamo, ad esempio, di voler installare il pacchetto package.deb presente sul disco rigido. Il comando da utilizzare e' #dpkg -i package.deb Al posto di -i è possibile usareinstall. La disinstallazione e' altrettanto semplice: #dpkg -r nome_pacchetto. Ad esempio #dpkg -r scribus. Anche in questo caso e' possibile usare remove al posto di -r. E' importante pero' precisare che il comando precedente elimina il software ma non i suoi file di configurazione, quindi, per la rimozione completa del programma e' necessario utilizzare #dpkg --purge nome_pacchetto Ad esempio #dpkg --purge kaffeine Per ottenere informazioni su un pacchetto il comando da eseguire e' #dpkg -l nome_pacchetto come nel caso di #dpkg -l inkscape Se non si specifica alcun pacchetto #dpkg -l il comando precedente mostra l'elenco di tutti quelli installati nel sistema. Per quanto riguarda apt-get, i comandi più utilizzati sono #apt-get update per aggiornare l'elenco dei pacchetti #apt-get upgrade per aggiornare la distribuzione e #apt-get install nome_pacchetto per installare un software: ad esempio, #apt-get install gimp Ricordate che apt-get non e' adatto perl'installazione di pacchetti singoli presenti sul file system ma solo per quelli disponibili nelle repository indicate nel suo file di configurazione /etc/apt/sources.list. Come si ricompila il kernel? Per ricompilare il kernel gia' presente nel sistema, e' necessario verificare che all'interno della directory /usr/src sia presente un collegamento simbolico di nome linux che punti alla directory dei sorgenti del kernel gia' installato, oppure la directory vera e propria, linux-2.x.x a seconda delle versione. Per ricompilare una nuova versione del kernel bisogna copiare il pacchetto (linux-2.x.xx.tar.bz2 o tar.gz, presente nel CD/DVD allegato o scaricabile dal sito www.kernel.org ) in /usr/src e successivamente si deve scompattarlo mediante: #tar -zxvf linux-2.x.xx.tar.gz oppure #tar -xvjf linux-2.x.xx.tar.bz2 In questo modo verra' creata una nuova directory chiamata linux-2.x.xx dove sono presenti i sorgenti del nuovo kernel. A questo punto e' necessario rinominare la directory #mv linux-2.x.xx linux o creare un collegamento simbolico simbolico ad essa: #ln -s linux-2.x.xx linux Dopo essere entrati nella nuova directory bisogna eseguire i comandi seguenti: #make menuconfig o per avviare il programma di configurazione grafica #make xconfig Dopo aver scelto tutti i componenti da utilizzare e il supporto per l'hardware del proprio sistema, si salva la configurazione (nel file .config) e si eseguono i comandi seguenti: #make dep #make clean #make bzImage #make modules #make modules_install #make install Nelle nuove distribuzioni, questo e' sufficiente per installare il kernel e aggiornare il boot loader ma se questo non dovesse funzionare e' possibile procedere manualmente L'immagine del nuovo kernel e' posizionata nella directory /usr/src/linux/arch/i386/boot con il nome bzImage Questa va,. per prima cosa, copiata nella directory /boot/: #cp bzImage /boot dopodiche', va configurato il boot loader LILO o GRUB per caricare il nuovo kernel. Come si installano i pacchetti TGZ per Slackware e le distribuzioni derivate da essa? Lo script explodepkg serve per estrarre gli archivi TGZ nella directory corrente. #explodepkg nome_pacchetto.tgz installpkg gestisce l'installazione dei pacchetti Slackware: #installpkg [opzioni] archivio_slackware nome_pacchetto.tgz Le opzioni che e' possibile passare sono: -warn, non effettua l' installazione ma mostra i file e le directory che verrebbero creati. -r, installa i pacchetti contenuti a partire dalla directory corrente -m, serve per generare un archivio tar.gz ma con estensione .tgz costituito dal contenuto della directory corrente. Per creare archivi TGZ secondo lo standard dei pacchetti applicativi Slackware si utilizza #makepkg pacchetto_applicativo Lo script removepkg si occupa della disinstallazione dei pacchetti #removepkg nome_pacchetto.tgz Il tool di installazione standard utilizzato dalla distribuzione Slackware e' #pkgtool Il comando #upgradepkg aggiorna un pacchetto, disinstallando prima il pacchetto gia' installato e inserendo dopo quello nuovo. #upgradepkg nome_pacchetto_vecchio [%nome_pacchetto_nuovo] Come si partiziona l'hard disk? Se nel PC e' installato il sistema operativo MS Windows, la prima cosa da faree' creare lo spazio necessario all'installazione di Linux Per prima cosa bisogna eseguire un defrag (deframmentazione del disco) per assicurarsi che tutti i file Windows vengano spostati all'inizio del disco. Successivamente e' possibile utilizzare programmi a riga di comando come fdisk o cfdisk oppure il tool grafico QtParted come nell'esempio Tutte le distribuzioni dispongono di strumenti per il partizionamento del disco, alcuni piu' sofisticati altri meno ma e' sempre buona abitudine preparare il disco in precedenza. Per installare Linux sono necessarie almeno due partizioni quella di root (radice) e quella di swap. Vediamo come procedere con una distribuzione live come SimplyMEPIS. Come si disinstalla GNU/Linux? Per prima cosa e' necessario eliminare le partizioni usate dal sistema operativo Il metodo migliore consiste nell'utilizzare una delle tante distribuzioni live (Knoppix, SimplyMEPIS, Kanotix, ecc) ed eseguire i programma di partizionamento grafico QtParted. Dopo aver eliminato le partizioni e' necessario eliminare il boot loade LILO o Grub e ripristinare il settore di avvio. Da un sistema DOS Windows si può eseguire #fdisk /MBR oppure, da un disco di ripristino di Windows o da una live Linux #fdisk /MBR o ancora #sys c: Direttamente da Linux si puo' eseguire il comando #lilo -U E'possibile ripristinare l'MBR utilizzando il tool #dd e caricare il file di backup creato da LILO al momento dell'installazione #dd if=boot.xx of =/dev/hda bs=446 count=1 /dev/hda e' il disco installato come master sul primo canale IDE, mentre boot.xx e' il file da ripristine con xx che indica la versione di tale file. Da Windows XP in poi la procedura e' diversa Bisogna avviare il PC con il CD/DVD di Windows premere F8 per accedere alla console di ripristino e poi usare i comandi fixboot o fixmbr. Come si modificano i permessi dei file? #chmod a+x file assegna il permesso di esecuzione del file a tutti gli utenti del sistema; #chmod u+x file assegna il permesso di esecuzione solo al proprietario del file; #chmod g+x file assegna il permesso di esecuzione al gruppo; #chmod o+x file assegna il permesso di esecuzione a tutti gli altri utenti; Per i permessi di lettura sono valide le stesse indicazioni del permesso di esecuzione, ma in questo caso si sostituisce x con r. #chmod a+r file permesso di lettura a tutti gli utenti del sistema; #chmod u+r file permesso di lettura esclusivamente solo al proprietario del file; #chmod g+r file permesso di lettura al gruppo; #chmod o+r file permesso di lettura agli altri utenti; Per il permesso di scrittura si sostituisce x o r con w. #chmod a+w file permesso di scrittura a tutti gli utenti del sistema; #chmod u+w file permesso di scrittura solo al proprietario del file; #chmod g+w file permesso di scrittura al gruppo; #chmod o+w file permesso di scrittura agli altri utenti. Ovviamente e' sempre possibile combinare i diversi tipi di permessi. E' possibile avviare Linux utilizzando il boot manager di Windows XP (NT, 2000)? Durante l'installazione di Linux e' necessario installare il boot loader LILO sulla partizion edi avvio del sistema e non sul MBR, supponiamo per comodita' /dev/hda3. Successivamente e' necessario creare il file bootsect.lin che contiene l'immagine del settore di avvio della partizione Linux: #dd if=/dev/hd3 of= /tmp/bootsect.lin bs=512 count=1 Il file bootsect.lin va copiato nella directory C: di Windows XP e va modificato il file boot.ini nel modo seguente: #[boot loader] #timeout=30 #default=multi(0)disk(0)rdisk(0)partition(1)\WINDOWS #[operating systems] #multi(0)disk(0)rdisk(0)partition(1)\WINDOWS="Microsoft Windows XP Professional" /fastdetect #c:\bootsect.lin="Linux" Per modificare il file clic con il destro su Risorse del computer e successivamente dalla scheda Avanzate selezionate Avvio e ripristino/Impostazioni/Modifica. E' anche possibile modificare il file boot.ini direttamente in un qualsiasi editor di testi. Se decidete di modificare la configurazione dI LILO e' necessario rigenerare il file immagine bootsect.lin e copiarlo nuovamente nella partizione di Windows. Come faccio ad ottenere i privilegi di root, senza riavviare la sessione? Durante l'installazione del sistema, generalmente viene creato anche un utente comune ed e' consigliabile utilizzare il sistema sempre effettuando il login con questo utente. Quando e' necessario effettuare operazioni che richiedono i privilegi di root basta avviare la shell ed eseguire il comando su (switch user) seguito dalla password di amministratore. Per caricare la shell con l'ambiente root completo basta aggiungere a su il simbolo -. #su - Alcuni sistemi prevedono un solo utente con privilegi più estesi, ma per accedere alla shell di root vera e propria e' necessario utilizzare il comando #sudo -s e inserire la password dello stesso utente comune con cui si effettuato il login. Come si arresta un processo o un'applicazione bloccata? Quando un'applicazione non ne vuole proprio sapere di sbloccarsi, l'unico rimedio e' ucciderla o killarla Sono disponibili strumenti sia grafici (Xkill) sia a riga di comando come kill. Il primo e' utile per arrestare programmi grafici basta avviarlo dal menu o da shell e cliccare con il mouse sull'applicazione da arrestare. Per arrestare un'applicazione bloccata o un processo dalla shell, per prima cosa e' necessario visualizzare i processi attivi con il comando #ps -ax dopodiche' basta individuare il PID associato all'applicazione bloccata ed eseguire #kill -9 pid_dell'applicazione l'opzione -9 indica il segnale SIGKILL. Per ottenere l'elenco dei possibili segnali da inviare basta eseguire #kill -l. In casi particolari puo' essere utile il comando #fuser per individuare e arrestare il processo o l'applicazione che blocca una risorsa, ad esempio il lettore CD: #fuser -v /dev/cdrom (individua il processo che occupa il lettore) #fuser -k /dev/cdrom (invia un segnale di kill al processo e lo termina liberando la risorsa) Il programma #killall invia un segnale a tutti i processi che eseguono i comandi specificati. I segnali possono essere indicati per nome o per numero. Ad esempio per arrestare tutti i processi avviati da Apache si può usare il comando #killall httpd. E' possibile arrestare o riavviare il sistema direttamente dalla riga di comando? Per arrestare il sistema dalla shell bisogna usare il comando #shutdown -h now o in alternativa #init 0 Per riavviare il sistema il comando e' #shutdown -r now o anche i questo caso il comando init #init 6 Il comando serve a cambiare il runlevel o livello di esecuzione del sistema, ce ne sono sei e lo 0 indica l'arresto e il 6 il riavvio. Generalmente per l'utilizzo normale del PC vengono utilizzati i runlevel 3 e 4. Per scoprirlo da root basta utilizzare il comando runlevel senza argomenti. Come si caricano i moduli del kernel? Per prima cosa e' necessario verificare la disponibilita' del modulo Supponendo che vogliamo caricare il modulo per la gestione delle penne USB , usb-storage, possiamo verificarne la presenza utilizzando il comando (da root) #modprobe -l | grep usb se e' presente nell'elenco fornito dal comando, possiamo caricarlo con #modprobe usb-storage o il nome del modulo che vogliamo caricare. Per ottenere l'elenco dei moduli caricati basta eseguire il comando #lsmod E' possibile caricare i moduli automaticamente all'avvio del sistema? Se ad esempio si intende caricare il modulo irda per il supporto delle periferiche a infrarossi (IrDA) ad ogni avvio del sistema invece eseguire ogni volta: #modprobe irda e' necessario inserire la riga /sbin/modprobe irda all'interno del file /etc/rc.d/rc.local o nei file corrispondenti a seconda della distribuzione utilizzata. E' necessario deframmentare l'hard disk in GNU/Linux? I programmi ci sono ma non sono quasi mai necessari e addirittura se ne sconsiglia l'uso. Normalmente la frammentazione di un file system Ext2, quello nativo di Linux, si stabilizza tra il 4% e il 5%, e questo valore non viene mai superato. Come si visualizza lo spazio disponibile su disco? Oltre a numerosi programmi grafici integrati nei desktop KDE e Gnome e' disponibile il tool #df eseguibile dalla shell anche senza passare opzioni aggiuntive. Fornisce la dimensione di tutti i file system montati e mostra la quantita' di spazio libero e utilizzato. Utilizzando l'opzione -h, lo spazio residuo verra' visualizzato in maniera più chiara (G per Gbyte, M per Mbyte) L'opzione -T mostra anche il tipo di file system utilizzato. Come si verifica se ci sono settori danneggiati sul disco? Di questo compito si occupa il comando #fsck e le sue numerose varianti, a seconda del file system utilizzato dalla partizione da controllare. Per controllare una partizione con file system Ext3 bisogna eseguire #fsck.ext3 -c /dev/hdaX dove hda indica il disco e X il numero della partizione. Per visualizzare i comandi disponibili per gli altri tipi di file system basta digitare fsck e premere i tasto di tabulazione. Come si visualizza la versione del kernel in uso? Basta eseguire dalla console il comando #uname -r Come faccio a verificare le risorse occupate dai processi in esecuzione? Avviate una shell ed eseguite il comando top senza argomenti. Questo tool fornisce informazioni in tempo reale sull'utilizzo delle risorse di sistema da parte di un programma. Per la CPU e la RAM il valore e' espresso in percentuale. Inoltre, sono fornite informazioni sul proprietario del processo da quanto tempo e' in esecuzione, priorita' di esecuzione, ecc., oltre ovviamente al nome del processo stesso. Come si masterizzano le ISO presenti sul DVD? Per gli utenti che utilizzano Windows e Nero come software di masterizzazione, e' sufficiente avviare il programma Nero Burning Rom chiudere il wizard che parte all'avvio e selezionare la voce del menu' principale Masterizzatore, Scrivi immagine... Dopodiche' basta cercare, mediante la finestra di dialogo che appare l'immagine ISO della distribuzione GNU/Linux che si vuole utilizzare presente all'interno del DVD. Per gli utenti GNU/Linux che utilizzano K3b basta selezionare dal menu' Strumenti la voce Scrivi immagine CD... oppure Scrivi immagine ISO DVD... Dopodiche' dalla finestra di dialogo bisogna utilizzare il campo Immagine da scrivere per indicare l'ISO da masterizzare. Come faccio ad ottenere informazioni sull'hardware del PC In assenza di tool grafici e' sempre possibile ricorrere ai comandi shell Se l'obiettivo è raccogliere, in un colpo solo, più informazioni possibili sulle periferiche installate il comando necessario è ls L'output ottenuto e' abbastanza prolisso, quindi, per facilitarne la lettura e' opportuno accoppiarlo al comando #more con una pipe (|) nel modo seguente: #lshw | more Così facendoe' possibile visualizzare gradualmente i dati ottenuti premendo Invio Nel caso in cui l'obiettivo e' ottenere informazioni sulle periferiche PCI (scheda audio, video, scheda di rete controller USB, ecc.) il comando diventa #lspci Esiste anche un tool specifico per verificare la presenza di eventuali periferiche collegate alle porte USB il cui comando per eseguirlo e' proprio #lsusb Nel caso dei computer portatili è anche possibile ottenere informazioni su eventuali schede PCMCIA connesse utilizzando il comando #lspcmcia Per ottenere informazioni dettagliate su hard disk, lettori CD/DVD e masterizzatori bisogna usare il comando hdparm con l'opzione -i. Supponiamo, ad esempio, di voler analizzare il lettore DVD identificato dal file di dispositivo /dev/hdd, in questo caso il comando diventa #hdparm -i /dev/hdd Non dimentichiamo poi il comando #dmesg (diagnostic message) che visualizza i messaggi inviati dal kernel contenenti dati importanti relativi all'hardware. Infine, ricordiamo l'inesauribile fonte di informazioni offerta dal file system virtuale /proc. Per poter leggere il suo contenuto basta utilizzare il tool #cat Ad esempio per le periferiche PCI il comando e' #cat /proc/bus/pci/devices Se, invece, desiderate ottenere informazioni in tempo reale quando collegate una periferica rimovibile al PC è possibile usaer il comando #tail -f /var/log/messages eseguendolo prima di connettere il dispositivo al PC. E' possibile conoscere la versione di XOrg utilizzata? Il comando per conoscere quale versione del sistema grafico (X Window System) stiamo utilizzando e' molto semplice. E' sufficiente eseguire #X -version. Come si avviano e arrestano i processi in esecuzione? Anche in questo caso, e' probabile che la distribuzione utilizzata disponga di tool grafici, ad esempio KSyvInit per gestire l'esecuzione dei programmi, in caso contrario è possibile intervenire dalla shell Nella maggior parte dei casi, per queste particolari applicazioni, come quelle server (posta, web, FTP, Samba, MySQL, ecc.), e' disponibile il relativo script di avvio nella directory /etc/init.d Ad esempio per gestire l'esecuzione del server di database MySQL e' possibile eseguire il comando #/etc/init.d/mysql seguito da una delle seguenti opzioni, start, stop, restart, reload, force-reload, status, a seconda di quello che si vuole fare. Ad esempio, #/etc/init.d/mysql restart Il comando precedente serve per riavviare il server MySQL. Come si applicano le patch al kernel? Una patch (letteralmente pezza), detta anche file di modifiche o semplicemente aggiornamento, e' un frammento di codice che inserito all'interno del kernel Linux, ma anche di un qualsiasi altro programma, consente di aggiungere a esso nuove funzionalita' o correggere eventuali difetti, eliminando allo stesso tempo la necessita' di dover reinstallare una nuova versione del software. Nel caso del kernel Linux, ad esempio, evita di dover scaricare e installare nuovamente l'intero sorgente, generalmente di grosse dimensioni. Per quanto riguarda le patch specifiche per il kernel Linux, in genere sono disponibili sotto forma di file compressi con estensione .bz2 o .gz. Per applicarne una al kernel, bisogna innanzitutto copiarla all'interno della directory /usr/src, dopodiche' e' necessario spostarsi nel stessa cartella mediante il comando cd /usr/src ed eseguire i comandi seguenti a seconda del formato utilizzato: #bzip2 -dc nome_file.bz2 | patch -p1 #gzip -dc nomefile.gz | patch -p0 Oltre a questo sistema, e' possibile utilizzare lo script patch-kernel presente nella directory /usr/src/linux/scripts In questo caso e' necessario copiare le patch nella directory /usr/src, spostarsi in /usr/src/linux/scripts con #cd /usr/src/linux/script ed eseguire il comando #./patch-kernel E' importante ricordare che in presenza di piu' kernel e' necessario spostarsi ed eseguire tale comando nella directory corrispondente a quello che si intende patchare. Ad esempio, per il kernel 2.6.20, potrebbe essere qualcosa di simile a /usr/src/linux-2.6.20/scripts. Inoltre, dopo aver applicato la o le patch, prima di poterle sfruttare, e' sempre necessario ricompilare il kernel. E' possibile cambiare il nome della macchina? Il nome assegnato al sistema durante la fase di installazione, meglio conosciuto come hostname, serve per identificare il nostro PC (detto anche host o end system). Se non diversamente indicato il nome predefinito diventa, in genere, localhost. In tutte le distribuzioni GNU/Linux, tale informazione e' conservata all'interno di /etc/hostname; e' proprio in questo file che viene indica il nome della macchina. E' chiaro che per cambiare l'hostname e' sufficiente modificare la stringa presente nel file /etc/hostname In alternativa e' possibile utilizzare il comando hostname che, se eseguito senza argomenti mostra a video il nome della macchina se seguito da un'altra stringa lo modifica utilizzando il contenuto di questa'ultima al suo posto. Ad esempio: hostname linuxpc. Cosa contiene la directory /tmp? e' possibile cancellarla? Molti programmi in esecuzione durante il normale utilizzo del PC usano la directory /tmp per archiviare al suo interno alcuni file, spesso temporanei, necessari alla loro esecuzione. In alcuni casi, il contenuto di tale directory puo' raggiungere dimensioni spropositate per verificarlo basta eseguire #du -h /tmp quindi, sarebbe una buona idea ripulirla, ma e' possibile farlo solo prima che qualsiasi programma possa scrivere qualcosa al suo interno. Detto cio', risulta evidente che il momento piu' opportuno e' proprio durante la fase di avvio del sistema Per farlo e' sufficiente creare un semplice script da inserire nella directory contente i servizi da avviare ovvero /etc/init.d Alcune distribuzioni eseguono in automatico tale procedura, in caso contrario lo script da inserire e' composto nel modo seguente: #!/bin/bash rm -Rf /tmp/* NEW Permessi predefiniti per file e directory Per poter assegnare permessi predefiniti ai file e alle directory bisogna utilizzare il comando #umask conosciuto anche come maschera dei permessi. Attenzione, tramite questo tool non è possibile modificare i permessi di file ga' esistenti, ma consente solo di stabilire a priori quali saranno i diritti di accesso applicati di default ai file, ma anche alle directory, nel momento in cui vengono creati ma non vengono specificati i permessi. In pratica i permessi indicati con umask non verranno applicati ai nuovi file. Per conoscere il valore corrente della maschera è sufficiente eseguire il comando umask e premere Invio In genere, il risultato che si ottiene è 0022, il che significa che il permesso di scrittura, indicato proprio dal numero 2 vera' tolto sia agli altri utenti sia al gruppo. Per ottenere un output più leggibile è possibile utilizzare l'opzione - #umask -S In questo caso il risultato sara' quello seguente: u=rwx,g=rx,o=rx Come vedete l'utente proprietario del file, identificato dalla "u", dispone di tutti i permessi "r" read (lettura), "w" write (scrittura) e "x" che sta per execution o esecuzione. Mentre al gruppo "g" (group) e agli altri utenti "o" (other) il permesso di scrittura "w" non e' concesso proprio come stabilito da umask. Questo significa che al momento della creazione di un qualsiasi file o directory, se non espressamente specificato, verranno applicati tali permessi. Per modificare il valore della maschera dei permessi basta eseguire umask seguito dalla nuova direttiva, ad esempio: #umask 0077 In questo caso (limite), su tutti i nuovi file e directory, verranno tolti tutti i permessi (7), cioe' lettura, scrittura ed esecuzione per il gruppo e gli altri utenti. Ricordiamo che in base al sistema di gestione dei permessi il numero 4 indica l'accesso in lettura, il 2 quello in scrittura e l'1 quello di esecuzione. Ecco spiegato il valore 7, cioè 4+2+1.E' chiaro che il 4 corrisponde alla r il 2 alla w e l'1 alla x. Sono solo due metodi diversi di rappresentare i permessi, ma il risultato e' uguale. NEW Configurare la rotella del mouse? In genere non e' piu' necessario configurare manualmente questo aspetto Ma se per qualche motivo la nostra distribuzione non riuscisse a farlo automaticamente e' necessario intervenire direttamente sul file di configurazione del sistema grafico X (/etc/X11/xorg.conf). Per prima cosa bisogna individuare la sezione relativa al mouse, Section "InputDevice", dopodiche' bisogna indicare al server grafico che il mouse in questione ha 5 pulsanti: 3 per la pressione, 4 per la rotella su e 5 per la rotella giu Segue un esempio di configurazione corretta: Section "InputDevice" Identifier "Configured Mouse" Driver "mouse" Option "CorePointer" Option "Device" "/dev/input/mice" Option "Protocol" "ImPS/2" Option "ZAxisMapping" "4 5" Option "Emulate3Buttons" "off" EndSection L'operazione va eseguita come utente root, dopodiche', per applicare le modifichee' necessario riavviare il sistema grafico. NEW Come si visualizzano gli accessi al sistema? E' semplicissimo, basta consultare i log di accesso alla macchina. Per farlo bisogna eseguire #last senza argomenti aggiuntivi. Questo comando mostra l'elenco degli ultimi accessi al sistema.